Quello che ci siamo presi è solo una piccola parte di quello che ci spetta!

Lettera aperta nata dalla comunità accademica genovese a sostegno delle esperienze di autogestione.
L’invito è di considerare “la normalità del dissenso pacifico, della critica e della contestazione come parte integrante di un gioco democratico.”

Il tempo passa, i sindaci, i presidenti e i governi cambiano, ma noi sappiamo sempre da che parte stare, sappiamo chi sostenere e chi contestare!

  • Noi siamo donne e uomini che vivono in questa città,
  • che subiscono la devastazione del territorio,
  • siamo le persone migranti che sfidano i confini,
  • siamo precari* manganellat*,
  • siamo le famiglie arcobaleno,
  • siamo disperat* che ravattano nei cassonetti,
  • siamo gli studenti e le studentesse che vogliono la scuola laica e solidale,
  • siamo sgomberat* delle case occupate,
  • siamo quell* che disobbediscono ai decreti Minniti e Salvini.
Noi siamo la città di sotto e non vorremmo essere da nessun’altra parte.

Rivendichiamo l’autogestione attraverso l’esistenza di luoghi gratuiti e accessibili a tutt* dove sia possibile un percorso continuo di confronto, per disfarci di modelli imposti e ricercare nuovi approcci di crescita individuale e collettiva.

Gli spazi autogestiti sono luoghi di critica al sistema contemporaneo, di desiderio e costruzione di una società e una socialità libere dallo sfruttamento.

Crediamo che la cultura e l’autodeterminazione di ciascun* siano un diritto fondamentale dell’individuo a prescindere da reddito, dal colore della pelle, dal genere, dall’orientamento sessuale, dalla religione o qualsiasi altra sterile divisione dell’umanità.

Scegliamo di occupare spazi altrimenti abbandonati per trasformarli in luoghi di condivisione dove non ci siano né capi né padroni;
le persone che rendono possibile tutto ciò lo fanno solo per scelta etica e politica, quella di condividere tempi fuori dalle logiche del profitto.

Non ci toccano le accuse e le minacce delle istituzioni; non sono quattro mura a rappresentarci e contenerci, le strade e i quartieri sono e resteranno i luoghi del nostro agire quotidiano, ed è lì che ci ritroverete tutt* insieme a rivendicare ogni spazio sottratto, ogni centro sociale sgomberato.

Quello che ci siamo presi è solo una piccola parte di quello che ci spetta!

Condividi su:
Redazione
Redazione
Articoli: 296