Mobilitazione nazionale dei portuali USB – Sciopero a Genova per l’arrivo della nave Saudita Bahri

Scritto da Lsoa Buridda

«All’inizio ci prendevano per pazzi che si opponevano a logiche ormai consolidate, oggi siamo qui a unire studenti e lavoratori difendendo la costituzione, che vieta il passaggio di armi da porti commerciali». J.Nivoi (Calp Genova)

Giovedi 31 Marzo sono le 6 del mattino quando per l’ennesima volta dal 2019 ad oggi i portuali del Calp bloccano il varco di ponte Etiopia in occasione dell’arrivo della nave Bahri che trasporta un carico di armi nel teatro di guerra arabo yemenita.

Ancora una volta, i lavoratori si dissociano dai massacri e si mettono in azione.

Un blocco antimilitarista, supportato anche da svariate associazioni e collettivi, per denunciare il passaggio di armi dal Porto di Genova, la produzione, la progettazione di armi da parte di aziende locali come Leonardo e soprattutto contro l’aumento delle spese militari decise dal Governo.

Il blocco dei portuali iscritti al sindacato di base USB denuncia inoltre la continua infrazione della legge 185/90 che vieta il transito e il carico e scarico di armi nel nostro porto commerciale.

Il presidio alle ore 10:00 si è poi trasformato in un corteo che ha raggiunto la sede del circolo dell’autorità portuale in via Albertazzi dove un’assemblea molto partecipata da studenti e lavoratori ha sottolineato come la crisi pandemica prima e poi con la guerra si è disvelata la fragilità di un sistema ipercapitalistico che continua ad abbattersi sui settori popolari della società e sulle nuove generazioni.

Vi riportiamo un montaggio di radiogramma degli interventi più significativi

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