20 anni #BuriddaVive

Ebbene si sono passati 20 anni.
Era l’11 maggio 2003 ed era una giornata caldissima di quelle che preannunciavano un’ estate da record, la prima di una serie che segneranno per sempre il cambiamento climatico su questa unica Terra.
Alcuni di noi avevano appena 20 anni, 20 anni fa! Formati nelle giornate campali prima contro Tebio e poi contro il G8.
Per alcuni di noi erano già crollate molte certezze. Crollate nelle maledette giornate di fine luglio del 2001. Lo scoppio della guerra globale permanente fece capire al mondo che quei carrarmati schierati per le strade di Genova erano solo l’inizio di uno status quo basato sulla contrapposizione dell’alto contro il basso, su base globale
La moltitudine di realtà che attraversarono la nostra città, e che avevano costruito la resistenza a tutto questo, avevano bisogno di un posto …di un laboratorio dove poter continuare a sperimentare nuove forme di resistenza alla guerra.
Fu nel marzo del 2003 che si decise di occupare in via Milano uno stabile proprietà della Carlyle group, una multinazionale che faceva affari con le famiglie di Bush e dei Bin Laden.
Erano i giorni in cui compagn* di tutto il mondo facevano interposizione pacifiche nei teatri più caldi della guerra globale: Palestina, Kurdistan, Iraq, sud est messicano…ed erano i giorni in cui veniva uccisa Rachel Corrie, attivista schierata contro l’occupazione israeliana.
A lei dedicammo il laboratorio di via Milano.
Dopo un mese ci fu lo sgombero del laboratorio ma ormai il progetto era diventato sempre più solido perché l’occupazione aveva generato nuove sinergie e nuove idee come quella di creare una nuova Radio: Radio Babylon!
L’occupazione di via Bertani fu la naturale conseguenza di tutto ciò: 6000 mq nel centro di Genova dove far convivere singoli e collettivi che trovano casa nelle numerose stanze di quella che fu la facoltà di economia e commercio abbandonata da oltre 10 anni.
Il nome Buridda rispecchiava, e rispecchia tutt’ora, chi eravamo: tanti ingredienti diversi con le propria storia che si mettevano insieme in un amalgama nuova per restituire nuove idee e progetti.
Molti sono gli ingredienti utili per fare un ottima zuppa di pesce, ma per il Laboratorio Buridda non serviva uno sgomb(e)ro; questo fu l’ingrediente amaro giunto nel 2014 ad opera della giunta del marchese rosso Marco Doria che purtroppo, tra incapacità manifeste e sudditanza ai padroni della città in barba alle promesse da campagna elettorale, ha di fatto inaugurato la stagione degli sgomberi a Genova e ha consegnato la città medaglia d’oro alla resistenza alla destra più becera, xenofoba, fascistoide.
I giorni del Buridda però sono ancora nelle testa e nel cuore di molti…una nuova generazione ha saputo ricostruire in soli dieci giorni quello spazio ed è riuscita a rioccupare nuovamente.
Genova aveva ed ha ancora bisogno della sua Buridda!
Da 9 anni siamo qui e qui restiamo, perché a 20 anni si hanno in testa tante balle, ma anche tanti sogni e sognatori lo si può essere per sempre. Perché quello che ci siamo presi è solo una piccola parte di quello di cui abbiamo bisogno!
In questi anni continuiamo a portare avanti l’autogestione nella sua forma più pura affinché una cultura dal basso continui a contrastare la cultura sfruttata dal profitto.
Le tante generazioni che hanno attraversato le mura liberate della Buridda dimostrano che ancora, nonostante tutto, questa città è ricca di fermenti, forse confusi, sicuramente precari, molto spesso e per fortuna giovani e nuovi.
Questo Spazio fatto di mille culture e progetti, di contaminazioni, sperimentazioni e reti, fa sì che ci siano persone che vivono e lottano di fronte ad una società che le vorrebbe tagliare fuori.
Resistiamo perché la giustizia sociale non rimanga un’utopia, perché la nostra storia non rimanga solo sui libri, ma insegni a non cedere di un millimetro conquiste pagate col sangue, perché esistono beni non vendibili, diritti non negoziabili.
Lunga vita ai ribelli,
Lunga vita gli spazi sociali,
Lunga vita alla Buridda!
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Redazione
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