Radio autogestita genovese,
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Laboratorio Sociale Occupato Autogestito
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Nel nostro quartiere sono tante le cose che non esistono più ma la parte che manca in maniera evidente è il patto implicito tra rappresentanza e collettività. La parte che manca è la gestione della cosa pubblica piegata, come dimostra la faccenda dei depositi chimici, a provinciali logiche di profitto. Alcuni cittadini e realtà sociali non sono rimaste a guardare e a fatica partendo dal basso si sono tirate su le maniche per tentare di ricreare relazioni e solidarietà tra le persone. Siamo cittadini che provano a mettere una pezza a decenni di mancanze nonostanze i servizi sottratti e la concentrazione di servitù private della città.
Siamo un insieme di cittadini del mondo e realtà sociali che r-esiste ancora e ancora vuole bene al posto dove è nat*, dove lavora e dove vuole continuare a vivere
Siamo la parte che c’è!
Un piccolo resoconto sull’assemblea pubblica di ieri (9 dicembre 2021) sera presso la palestra del centro civico Buranello a Sampierdarena. La cittadinanza in blocco si è schierata contro questa scellerata ipotesi, tanta gente, con code agli ingressi. Il sindaco dal canto suo, dopo una serie di interventi che avrebbero steso anche Mike Tyson, per uscire dalle corde ha iniziato ad elencare compensazioni e opere che verranno fatte a suo dire a Sampierdarena. Spostare il discorso era l’unica arma a disposizione per uscire da una contestazione naturale quasi scontata. Quando i toni si surriscaldano il sindaco fa la cosa che in assoluto gli fa più comodo e meno danno, ovvero smette di parlare. Per quanto comprenda il surriscaldarsi degli animi in certe situazioni, soprattutto fra cittadini oramai devastati dalle servitù e dalla svalutazione della propria qualità di vita, credo anche che, vista la massiccia presenza della stampa e delle dirette varie, il modo migliore per sbugiardare il sindaco era quello di farlo parlare. Rimane comunque agli atti quanto ha detto.
Emerge sempre più chiaro e evidente uno scollamento e una separazione di Genova.
Colpi di coda di una Genova che sarebbe dovuta essere…”meravigliosa”.
Marians
Montaggio interventi all’assemblea pubblica
Siamo stati a Multedo
Ieri sera visto l’annuncio dell’assemblea pubblica alla presenza delle istituzioni abbiamo deciso si andare a partecipare. Purtroppo però nonostante gli annunci non si trattava di un’assemblea pubblica ma di una trasmissione televisiva di primocanale. Con tanto di presentatore e tavolo della “presidenza” ben fornito. Non vi è stato modo di interloquire con le istituzioni se non alla fine tramite domande scritte ben filtrate dagli organizzatori.
Cercherò di essere il più oggettivo possibile, ma il riscontro lo potrete trovare sia sulle repliche della passerel…ehm scusate trasmissione, e cmq abbiamo registrato degli audio abbastanza esplicativi.
Oltre a quanto descritto l’ingresso al tendone era contingentato, non solo ormai dall’onnipresente controllo del greenpass, ma filtrato da prenotazioni online quanto mai discutibili, dato che non era specificata l’obbligatorietà. All’ingresso dell’area scelta per l’assemblea publ…ah no, la trasmissione televisiva in bella vista carabinieri e reparti mobili della polizia di stato davano il benvenuto agli ignari partecipanti.
Incontriamo fuori dal tendone rappresentanti del comitato solidale della scuola Firpo di Sampierdarena con in mano una lettera (che postiamo qui sotto) di solidarietà agli abitanti di multedo e che contiene anche l’appello al non dividersi come cittadini ma ragionare insieme per stare uniti. Ovviamente è stato chiarito fin da subito da organizzatori e altri personaggi non meglio identificati che tale lettera non sarebbe mai stata letta in quella sede. E così è stato…
Veniamo al sodo anche se sappiamo che molti di voi hanno seguito la diretta tv.
I personaggi presenti: sindaco (Bucci – indipendente Lega), presidente autorità portuale (Signorini – indipendente Lega), presidente del municipio (PD) , rappresentanti delle aziende (Carmagnani – Superba), Arpal, Unige, rappresente lavoratori Superba (CGIL)
Tra questi sopraelencati, gli unici che hanno potuto parlare coordinati dal comitato organizzatore, il coro è stato unanime nell’elogiare l’operato del sindaco. Ma tra tutte le cose promesse bisogna rimarcare che l’unica cosa certa è la decisione dell’amministrazione di spostare i depositi a ponte Somalia. Nessuna risposta sulla sorte delle aree in futuro su cui grava la minaccia dell’autoparco. Anzi di fronte all’unica domanda su questo, stranamente scivolata nel dimenticatoio dagli organizzatori, il Sindaco (non)risponde indispettito dimostrando per l’ennesima volta la sua ideosincrasia a qualsiasi tipo di contraddittorio e di seppur minima contestazione.
La cosa però che ci ha impressionato di più oltre a vedere tanta (non tantissima) gente comunque è stata la totale passività con la quale si sono accettate le info provenienti dal tavolo presidenziale. Certo si capisce che dopo anni di promesse vacue e speranze inattese ci si attacchi a l’ennesima promessa parziale. Ma crediamo che accettare in bianco quanto detto non faccia bene alla democrazia e alla partecipazione della nostra città.
Non crediamo sia sano accettare la perdurata azione di un sindaco-commissario che continua a speculare sul disastro del Morandi che ad oggi ha tanti vincitori e 43 perdenti.
Non crediamo neanche sia sano che il prinmcipale partito dell’opposizione faccia da paggetto al sindaco perché si sa, in questo sistema, prima o poi tocca tocca di nuovo a loro e rovinare troppo i rapporti non è bello (= piccola sintesi del politically correct).
Non crediamo sia sano un sindacato che difende a spada tratta l’azienda perché il compito dovrebbe essere quello (sia conflittuale o concertativo) di migliorare le condizione dei lavoratori e non di difendere lo status quo.
Ma di sano in questa vicenda dei depositi chimici, come in questa città e in questa società) c’è poco. Continuiamo a proporre l’opzione 0 per dare una sterzata concreta all’economia, al lavoro, alla vivibilità e alla convivenza civile tra kavedi (= periferie).
In un momento dove si cerca, in tutti i campi di polarizzare gli schieramenti, se ci deve essere una barricata che divide da che parte stare, crediamo debba essere questa. Di qua con l’opzione 0 il futuro, la partecipazione popolare e il progresso sostenibile di là come al solito il profitto, l’inquinamento…il sindaco (perennemente) commissario.
Settimana prox il nostro speciale di natale sarà dedicato anche a questa tematica e vi faremo un po di audio tratti dalle assemblee e altri momenti avvenuti pubblici di questi giorni
Ale
Speciale di Natale di Radio Kavedio con interventi delle istituzioni a Multedo
Una serata diversa, una ventata d’aria fresca e nuova a Sampierdarena.
Una comunità che ha partecipato ad una protesta legittima e necessaria, una comunità che ha deciso di non stare a guardare.
Una piazza piena di donne, uomini, bambini e anziani.
Una piazza libera, una piazza aperta invasa, per una sera, da persone e non da auto, bus e telecamere.
No ai depositi chimici, ne qui ne altrove, il mondo sta cambiando passo, sarebbe bene che, ce ne rendessimo conto!
Ci sono tanti modi migliori per investire 30 milioni di euro!!!
Marians
Intervento CSOA Zapata al presidio di Piazza Montano
Anche oggi abbiamo ribadito la nostra contrarietà all’esistenza di merci pericolose e anacronistiche per l’economia e lo sviluppo del nostro sistema portuale e soprattutto a pochi metri dalle case e dalle scuole. Siano questi depositi a Multedo o a Sampierdarena.
Purtroppo, questa volta, non abbiamo potuto dirlo in faccia ai nostri amministratori che hanno deciso di chiudere al pubblico la seduta del consiglio comunale e di accogliere i cittadini e la giunta del municipio intervenuti in presidio con porte chiuse e polizia schierata.
Questa l’idea di governo della città del sindaco/manager/commissarioavita/doge.
Ma il Kavedio non si arrenderà tanto facilmente questa volta
Ale
Oggi, senza particolari preavvisi il presidente del consiglio ha deciso di fare visita alla nostra città. Ovviamente non poteva mancare la passerella sotto il ponte San Giorgio. Durante il passaggio in auto nel quartiere di Sampierdarena, diretti verso la radura della memoria alcune maestre della scuola dell’infanzia Firpo hanno esposto dei cartelli colorati dai bambini per la vivibilità del quartiere e contro le numerose servitù di cui sarà oggetto. Purtroppo questa azione folle e sovversiva è stata stroncata sul nascere dall’indomito e coraggioso intervento di Digos e Polizia, che ha sequestrato i cartelli e anche i documenti delle maestre fino a quando “il migliore dei migliori” e “il sindacomanagercommissario” non hanno finito la loro ennesima pantomima costruita sulle testa di 43 vittime di una strage di stato.
Alla fine forse è giusto per il futuro di questo quartiere bisognerà dare forza a queste maestre che vivono già nel futuro dei loro alunni e insieme non se ne stanno di un presente che deve in fretta diventare passato.
Ale
Buongiorno a tutte e tutti,
in questi ultimi giorni sono stati tanti gli attestati di solidarietà ricevuti per il maltrattamento riservato a noi e, per estensione, alla gente del quartiere di Sampierdarena e a tutte le persone oneste, la mattina del 9. La vicenda è ormai nota. Vogliamo ringraziare tutte e tutti, persone e associazioni per la vicinanza e la puntuale denuncia fatta in merito: la censura e l’intimidazione sono espressione di una deriva politica che non possiamo ignorare ma ci deve dare forza la reazione di tante persone buone e giuste che hanno preso a cuore quanto accaduto perché dimostra che esiste uno schieramento estremamente importante.
Noi siamo madri, insegnanti, persone comuni e tentiamo di trasmettere ai nostri bimbi e alle nostre bimbe la bellezza e la capacità di guardarsi intorno e prendersi cura gli uni degli altri e tutti insieme dei propri luoghi di vita e di pensiero.
Commemorare e ricordare vuol dire far vivere nei progetti il rispetto della vita e della salute delle persone.
Questo era il messaggio che avremmo voluto che passasse mercoledì scorso e questa è la nostra richiesta: che i 30 milioni del Decreto Genova siano utilizzati per riqualificare un territorio che ha bisogno di investimenti, di marciapiedi, di piste ciclabili, di educatori, di mediatori culturali, di spazi verdi, di strutture scolastiche adeguate,e di tanto, tanto altro. Abbiamo avuto gli occhi del mondo addosso per una tragedia che si poteva evitare, una delle troppe; abbiamo perso tante persone, tutte nostre persone, perché su quel ponte e sotto di esso ognuno/a di noi c’è stato e non vogliamo che sia retorica politica il “mai più” recitato a più voci perfino da chi avrebbe dovuto vigilare e non l’ha fatto. Il “modello Genova” tanto decantato riguarda la ricostruzione di un ponte, un modello politico-economico a fronte di una città le cui persone in carne ed ossa sono state il vero e unico motore della reazione alla tragedia: quando si accoglievano gli sfollati, quando si raccoglievano e si donavano beni, quando si animavano iniziative nei presìdi a Certosa e in Via Porro… Le persone, in questo “modello” spariscono così come i quartieri che tanto hanno pagato in questi anni, mentre grazie ad esso vengono finanziati progetti strutturali di cui beneficiano industriali e armatori: il loro modello prevede i depositi chimici, pericolosi, dannosi, velenosi per i nostri figli e figlie ma remunerativi per quei pochi che, beffardamente, dovremmo anche ringraziare per il lavoro che offrono!
Uno dei nostri cartelli diceva:” A Sampierdarena c’è il mondo, investiamo sul futuro.” Perchè quì c’è il vero “Modello Genova”: non solo perché è una delle delegazioni più densamente popolate di Genova e con più comunità e lingue parlate, ma perché non c’è futuro se non si investe nell’umanità! Questo è il nostro modello: più umanità, più vivibilità, più bellezza!
Grazie a tutti per l’impegno in difesa della libertà di espressione, pulita e libera!
Grazie da parte dei bambini e delle bambine di Sampierdarena, che hanno tanto bisogno di persone che credano in loro, anche se ” non sempre sono cittadini italiani” .
Un caloroso abbraccio.
Il Comitato Solidale E.Firpo
Il giorno 9 febbraio scorso lungo le strade del corteo del premier, in visita a Genova, il comitato solidale Firpo formato da famiglie, insegnanti, e bambini aveva preparato cartelli per far sapere che in quel luogo c’è una battaglia contro la decisione del sindaco di Genova di posizionare un deposito chimico a pochi metri dalle case e dalle scuole, in un quartiere già gravato da altre problematiche ambientali.
Ma non bisogna far vedere il dissenso, non bisogna disturbare il manovratore pertanto le forze dell’ordine hanno fatto togliere i cartelli e trattenuto nei giardini mamme e insegnanti del comitato, per evitare che potessero impugnare i cartelli e avvicinarsi alla strada da cui sarebbe passata l’auto di Draghi.
Il nostro quartiere per troppo tempo è stato preda di speculazioni e vittima di tragedie anche fin troppo annunciate.
Non abbiamo bisogno di un altra servitù e di sperpero di patrimonio pubblico!
per questo solidarizziamo e manifestiamo per:
Il “modello Genova” non è il modello politico-economico decantato dalle persone che dovevano evitare una tragedia ma un sistema di pratiche di solidarietà che ha aiutato le persone a rialzarsi dalla tragedia causata dall’incuria e dalle mancate manutenzioni del patrimonio pubblico.
Diretta dal presidio ai Giardini Pavanello
Convegno con professionisti ed esperti per comprendere meglio che impatti avrebbe lo spostamento dei depositi chimici nel nostro territorio.
Un momento di auto-formazione per aggiungere strumenti critici alla Parte che c’è di questo quartiere.
Interverranno:
Giovanni Spalla: Genova Città porto ecologica liberata dagli insediamenti a rischio ambientale
Federico Valerio: L’impatto dei depositi chimici sul territorio
Valerio Gennaro: per un indice della salute pubblica
Riccardo Degl’Innocenti: l’impatto sul mondo del lavoro portuale dello spostamento dei depositi chimici
Interventi dal pubblico
Il convegno che si è tenuto il 4 marzo al centro civico e che ha visto la partecipazione massima di persone consentite ad entrare in periodo di restrizioni covid ancora in vigore, è stata una bella e buona occasione per comprendere fino in fondo come la nostra città paga e pagherà le conseguenze di una gestione che ha creato disuguaglianze profonde tra le delegazioni.
I dati di monitoraggio ambientale ed epidemiologici spiegati dall’epidemiologo Valerio Gennaro e dal chimico Federico Valerio fotografano una città spezzata in due, profondamente colpita da quelle che si possono definire “diseguaglianze ambientali”. A ponente e in valpolcevera i quartieri colorati di nero dove i tassi di inquinamento (di ogni genere) più elevati vanno a braccetto con una vita media molto inferiore a causa di un incidenza maggiore della malattia.
Mettiamoci anche, che oltre a riversare servitù inquinanti, questi quartieri sono stati privati dei servizi essenziali (sanitari, trasporto, spazi pubblici etc) allora si cristallizza di fronte ai partecipanti il chiaro disegno di chi, per la ricchezza e l’agio di pochi, ha sacrificato intere porzioni di territorio e di popolazione.
Questo quadro desolato che i due professori in pensione dell’IST hanno descritto purtroppo è l’ultimo caso di studio in questa direzione poiché l’IST stesso è stato smantellato e nessuno eseguirà più campionamenti per studi importanti come quelli sopracitati. Il modo tutto “genovese” di affrontare i problemi: quando ci sono ci si gira dall’altra parte fino al momento in cui bisogna metterci un gigante “tappullo”.
Risulta lampante come lo stesso spostamento dei depositi chimici sia un’operazione impostata come un “tappullo” e come tale non si basa su nessuna progettazione e non prende in considerazione nessuna conseguenza. Anche il mondo del lavoro portuale infatti sarà sconvolto da questa decisione come ha spiegato bene Riccardo Degl’Innocenti del CALP, la conseguenza di questo spostamento sarà la perdita di circa un centinaio di posti di lavoro, in un porto che non riesce a trovare un’identità tra porto commerciale, croceristico o di depositi a rischio rilevante.
Eppure alternative ce ne sarebbero, solo rispettando le normative, in passato sono state fatte delle proposte e dei progetti d’insieme del porto di Genova, come raccontato dall’architetto Spalla si può osservare come tali depositi debbano stare ad almeno 2 km di distanza dalle prime abitazioni (così accade in tutti i porti europei). L’unica direzione di espansione dunque del porto di Genova è verso mare.
Forse sarebbe questo il tema e il dibattito cittadino da mettere sul tavolo: che tipo di porto e che tipo di sviluppo vogliamo per la nostra città? quanto cemento e inquinamento può ancora sopportare il nostro territorio alluvionato ed eroso dalla malagestione? quante tragedie dobbiamo ancora vivere nei prossimi anni?
L’intento di questo incontro era quello di fornire a tutt* noi, cittadin* di Sampierdarena, un quadro generale e oggettivo della situazione perché crediamo che nell’ignoranza e nella cattiva informazione della cittadinanza stia l’arroganza dei nostri amministratori comunali.
Crediamo che la strada per le delegazioni periferizzate della nostra città, per la fotografia fornitaci dai relatori in questo incontro, sia quello di togliere servitù, togliere depositi a rischio rilevante, togliere cemento. Per iniziare un percorso di restituzione di salute e dignità.
La parte che c’è
Scarica e ascolta il podcast del convegno al link qui sotto (grazie Radio Kavedio)
https://radiogramma.buridda.org/…/down…/uPf8dZpsgfYT.mp3