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Laboratorio Sociale Occupato Autogestito
Laboratorio Sociale Occupato Autogestito
Il Collettivo del Lsoa Buridda, insieme alla Cucina Pop, presentano
CENA BENEFIT per @Legal Centre Lesvos .
Dalle ore 19:00, presso LSOA Buridda, Corso Montegrappa 39, Genova, interverranno Alfredo Curto, Consulente legale specializzato in Diritto dell’immigrazione e Diritti umani, e Emanuela Zampa, fotografa.
Si parlerà con Alfredo Curto dell’attuale situazione del Campo Moria, ma più in generale della Grecia e delle sue isole, anche alla luce della recente elezione del nuovo Governo. Un rapido excursus verrà fatto sul cosiddetto European/Turkey Deal e sull’istituzione degli Hotspot.
Successivamente, verrà fatto, insieme ad Emanuela, con proiezione di sue fotografie, un panorama sulla “rotta balcanica” e sulla situazione dei migranti nella zona e nello specifico in Bosnia.
A seguire Cena Benefit a cura della Cucina Popolare Buridda a 10 euro.
Il ricavato verrà devoluto al Legal Centre Lesvos, un team indipendente di Avvocati e consulenti legali Europei e non, che da tre anni offre consulenza legale gratuita a migliaia di richiedenti asilo presenti sull’isola di Lesbo.
Bar a prezzi popolari.
Menù:
– Primo: risotto alla zucca, ciccia e gorgonzola (per vege risotto zucca e gorgo)
– Secondo: torte di verdura e torte rustiche con insalata fresca
– Dolce: a sorpresa
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Il 29 settembre 2019, presso il Campo Moria, considerato il peggior campo profughi d’Europa, a Lesbo, Grecia, per motivi ancora da accertare, divampava un violento incendio dentro un ISOBOX, in seguito al quale una giovane donna afgana e il suo bambino nato da pochi giorni perdevano la vita. Numerose persone restavano poi ferite.
Ancora non è dato sapere se vi siano ulteriori vittime.
Dopo aver domato autonomamente l’incendio, visto il mancato intervento delle autorità, i residenti protestavano per le condizioni di vita del campo e per il mancato rispetto dei loro diritti fondamentali.
Nel campo Moria attualmente risiedono oltre 13.000 persone, a fronte di una capienza massima di circa 4000.
La protesta veniva soffocata dalla polizia greca tramite l’utilizzo massiccio di gas lacrimogeni e di cariche di “alleggerimento”. La risposta governativa consisteva nell’invio sull’isola di un C-130 con sopra un battaglione scelto di agenti anti-sommossa. Nessun team medico veniva inviato sull’isola.
Quanto avvenuto è da imputarsi al sovraffollamento dei campi, ma in particolare alla politica che lo ha creato, ossia la costituzione di “Hot Spot”, isole (quindi geograficamente perfette per creare prigioni a cielo aperto), ove i richiedenti asilo sono costretti a soggiornare fino alla eventuale positiva risposta alla loro domanda asilo.
Quella del 29 settembre è l’ennesima tragedia prevenibile ed evitabile causata dalle inumane politiche statali, approvate e finanziate dalla Commissione Europea, grazie alle quali i diritti dei migranti sono costantemente violati.
La condizione delle isole greche, di Lesbo e Samos in particolare, da diversi anni risulta tragica. A causa del cambio delle rotte migratorie, dovuto anche all’accordo criminale voluto dell’ex Ministro degli Interni Marco Minniti e mantenuto dal suo successore, con la Libia, i numeri degli arrivi in terra greca per il tramite della Turchia sono aumentati considerevolmente.
Nell’ultima estate i numeri degli sbarchi sull’isola di Lesbo hanno raggiunto i livelli dell’anno 2015, quando, però l’EU/Turkey deal non era ancora in vigore e, quindi, non vi era obbligo per i richiedenti asilo di attendere l’esame della loro domanda sull’isola di primo approdo.
La risposta governativa greca non si è fatta attendere e mentre Erdogan, invadendo il Kurdistan siriano, minaccia di inviare in Europa 3,5 milioni di migranti che l’Unione Europea ha costretto in Turchia finanziando il governo criminale del sultano, è in discussione una legge tramite la quale da un lato negare ai richiedenti asilo la possibilità di fare appello contro la decisione di rigetto della domanda asilo, in violazione dell’Art. 13 della Convenzione Europea dei Diritti Umani e dell’art. 39 della della Direttiva Procedure del 2005, dall’altro stabilire diversi Paesi di origine salvi per rendere più veloci le procedure di rimpatrio, in violazione della garanzia di non refoulment, garantita in Unione Europea.
Pertanto, in un clima come quello greco, dove vengono negati anche i più fondamentali diritti ai soli richiedenti asilo, un Paese dove come in Italia è stata istituzionalizzata l’esistenza di cittadini di prima e seconda categoria, diventa fondamentale l’opera di consulenza legale e l’impugnazione presso i competenti Tribunali, nazionali ed europei, dei provvedimenti di diniego, cercando, oltre all’aiuto diretto nei confronti del singolo richiedente anche l’eventuale declaratoria di illegittimità delle leggi e dei regolamenti.
L’evento vedrà, dopo aver fatto il panorama più completo possibile della situazione greca, di quella Turca e delle attività portate avanti dal Legal Centre Lesvos, Emanuela Zampa raccontarci del suo ultimo viaggio in terra bosniaca, dove da circa un anno si è creato un imbuto che costringe migliaia di rifugiati a stazionarvi perché bloccati, nel tentativo di raggiungere i Paesi del nord Europa.
Verranno proiettate fotografie di Emanuela che ci racconterà del proprio viaggio.
Infine, a conclusione dell’incontro verrà illustrato un nuovo progetto in fase di creazione, che si spera si potrà iniziare il prossimo anno a Sarajevo, Bosnia.
Non mancate, supportiamo il Legal Centre Lesvos.