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Laboratorio Sociale Occupato Autogestito
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Giovedì 15 dicembre presso la Buridda – Corso Monte Grappa 39
Che cosa vogliono veramente i notav?
Fermare la costruzione dell’opera non sembra esaurire il senso della loro scelta.
La lotta, i processi,il carcere, la guerra, le scelte individuali sono occasioni di cui dispongono nel tentativo di dare dignità alla loro vita.
SINOSSI
Forza, coraggio e gioia! Questo è l’invito che Luca rivolge ai suoi compagni riuniti in assemblea. E’ rimasto gravemente ferito mentre tentava di rallentare l’apertura del cantiere al quale il movimento notav si oppone. Emanuela, la sua compagna, legge la lettera che Luca ha scritto in ospedale dove si sta lentamente riprendendo. I notav, tra i quali Marisa, Nicoletta e Paolo, tentano di disturbare i lavori del cantiere e di abbatterne le reti. Di notte, in piccoli gruppi, riescono ad entrare e danneggiare alcuni mezzi ma il cantiere è molto grande ed è considerato dallo Stato un’opera strategica. I lavori vanno avanti, il cantiere cresce. Il movimento notav prova a sostenere un partito politico che si dichiara notav ma Nicoletta richiama la necessità di mantenere autonomia nella lotta. Arrivano i processi, i pubblici ministeri raccontano il movimento notav dal punto di vista dello Stato e chiedono pene importanti per gli imputati.
Sono passati anni e, mentre Luca ed Emanuela hanno avuto un figlio, Davide, un militante notav, è tornato dalla Siria dove ha combattuto nella rivoluzione del Rojava.
La guerra mette l’individuo davanti a dilemmi ultimi e laceranti, sia combattere che non combattere sono due scelte sbagliate.
Il tentativo di fermare l’opera per via istituzionale è ormai fallito: in assemblea Luca invita i compagni a prenderne atto, è in semilibertà e deve entrare in carcere ogni sera, lo
accompagniamo. Mentre ci racconta di essersi lasciato con Emanuela, riconosce che sta
all’individuo soltanto la ricerca della propria felicità. La lotta sulle reti del cantiere prosegue. Nicoletta viene arrestata, suo marito Silvano scende in paese per partecipare alla manifestazione in sua solidarietà.
NOTA DEGLI AUTORI
È possibile essere dei militanti, fare politica, senza riprodurre nella lotta quegli stessi meccanismi ai quali ci si oppone?
In questi dieci anni di lavorazione del film abbiamo vissuto nel movimento notav in una forte consonanza ideale con esso. Che cosa permette a questo movimento di continuare ad esistere nonostante la repressione dello Stato nelle sue molteplici forme?
Il film fa emergere una soggettività che da senso a cosa significhi fare politica. Come racconta Davide Grasso, uno dei protagonisti, chi lotta sta cercando di affermare l’importanza di restare umani, affinché “due o tre persone possano fare qualcosa assieme soltanto sulla base della loro libera scelta, senza un obbligo o un guadagno individuale”. Tutti noi siamo stati abituati a delegare ad altri le scelte di fondo delle nostre vite. Raccontare la lotta No TAV per noi ha significato capovolgere questo assunto, partire dalle responsabilità che ciascun individuo si assume verso se stesso.
Giovedì 15 dicembre presso la Buridda – Corso Monte Grappa 39
Dalle 19:30 aperitivo e birette pop
Dalle 20:00 proiezione
A seguire incontro con gli autori e registi:
Carlo A.Bachschmidt, Stefano Barabino e Michele Ruvioli