Conflitto&Resistenza in Val Susa // 3 Febbraio 2015

Nel giugno 2011 lo stato decise di sgomberare e occupare con la forza l’area dove sarebbe sorto il primo cantiere per la linea ad Altà Velocità Torino-Lione in Val di Susa.

Da quel momento il movimento No Tav si è trovato a dover resistere con una lotta che dai monti circostanti al cantiere di Chiomonte è arrivata diritta fino alle aule di tribunale, coinvolgendo l’Italia intera.

La Procura di Torino ha infatti condotto negli ultimi anni decine di indagini ed istruito numerosi procedimenti. Ad oggi i 2 principali processi contro il movimento sono giunti al 1° grado di giudizio: il primo, per l’atto di sabotaggio compiuto nel maggio del 2013 da 4 attivisti anarchici, si è concluso il 17 dicembre 2014 con l’assoluzione per il reato di terrorismo e la condanna a 3 a 6 mesi per danneggiamento e uso d’armi da guerra. Il secondo, con sentenza il 27 gennaio di quest’anno, ha visto comminare a 46 dei 53 attivisti, imputati per gli atti di resistenza del giugno/luglio 2011, una pena complessiva per un totale di 150 anni di carcere.

Nonostante il movimento No Tav sia stato duramente impegnato sul fronte giudiziario, vuole ancora una volta rilanciare la lotta, e lo farà con una chiamata nazionale, che come sempre sarà popolare e partecipata, prevista per il 21 febbraio prossimo.

Il 3 febbraio 2015 alle ore 21 presso il LSOA Buridda
Corso Monte Grappa, 39 Genova ex facoltà di Magistero
ne parleremo con:
Claudio Novaro, avvocato del Foro di Torino
Dana Lauriola, CSOA Askatasuna
Nicoletta Dosio, movimento No Tav
Laura Tartarini, avvocato del Foro di Genova
Emilio Quadrelli, noi saremo tutto

seguirà dibattito

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